Darfo Boario
Terme (Dàrf, nel dialetto locale) con i suoi
oltre 14.900 abitanti ( i “darfensi”)
è il più popoloso comune della Valle
Camonica. Il 6 ottobre del 1968 è stato solennemente
insignito del titolo di città, e in occasione
di tale avvenimento il nome del comune, fino a quel
momento conosciuto semplicemente come Darfo, è
mutato nel più prestigioso “Città
di Darfo Boario Terme”, un omaggio alle acque
termali che restituirono benessere e ripresa economica
dopo il difficile periodo post-bellico, ma anche un
immediato rimando all'interesse turistico della zona.
Importante centro industriale e commerciale oltre
che, come abbiamo detto, apprezzato centro termale
e turistico, Darfo è situato nella zona medio-bassa
della Valle Camonica, alla confluenza con la Valle
di Scalve, e appartiene alla provincia bresciana.
L'intero territorio comprensivo di tutte le frazioni
e località periferiche si estende su una superficie
che supera i 36 Kmq, su un'ampia pianura di origine
alluvionale attorniata da rilievi montuosi.
Il nome di questa graziosa cittadina ha radici etimologiche
ancora oggi piuttosto dubbie: potrebbe derivare dall'appellativo
che le antiche popolazioni germaniche utilizzavano
per riferirsi a villaggio, Dorf, ma potrebbe altre
sì trarre origine dall'antico dialetto locale,
e nello specifico al termine Garf, che stava ad indicare
un tipo di terreno ghiaioso, a tendenza franosa (l'intero
suolo ove sorgeva la darfo antica è, in effetti,
ricco di sassi, ghiaia e numerosi detriti trasportati
dai torrenti Rovinazza e Re), oppure ancora potrebbe
derivare dal composto latino “ad arvum”,
che starebbe a significare “al campo”.
Il territorio darfense è interamente attraversato
e percorso dalle acque del fiume Oglio, ed è
caratterizzato dalla confluenza del torrente Dezzo
(oggi fiume), proveniente dalle Valle di Scalve, nel
fiume stesso.
Darfo sorge alle pendici del Monticolo, un rilievo
di Arenaria rossa che si erge sull'omonima località,
lungo la sponda destra del fiume, antico luogo di
una splendida rocca che dominava la città.
Per millenni gli abitanti della Valle sono stati non
soltanto sopraffatti da continue invasioni, ma anche
piegati da frequenti e improvvisi mutamenti del fiume
Oglio, e costretti pertanto a costruire insediamenti
soprattutto lungo pendii, zone collinari e luoghi
fortificati.
Estremamente numerose sono le località comunali
che costellano il territorio della cittadina. Talvolta
esse sono poco o per nulla conosciute dalle nuove
generazioni, e non di rado assenti dalle carte, dalle
mappe o dai documenti esistenti. Ne sono esempio la
zona di Bédola, a sud est di Darfo ( il nome
deriverebbe dalla diffusa presenza di piante di betulla,
in dialetto béola) e quella di Perlepère,
piccola località situata sui monti ad est,
così come la località che mutua il proprio
nome dal già citato Rovinazza (Ruinàsha),
tributario di sinistra del fiume Oglio.
Fortemente ancorate alla propria identità e
ancora oggi strettamente legate al proprio territorio
e alla propria storia sono invece le molte frazioni
che appartengono al comune. Angone, Bessimo inferiore,
Boario terme (lungo la cui piana si teneva probabilmente
il mercato, “Forum Boarium”),una parte
di Capo di Lago, Corna, Erbanno, Fucine, Gorzone,
Montecchio(sede di un'antica Università nel
1200), Pellalepre (che la tradizione indicherebbe
come la frazione più antica) e Sciano, sviluppate
a raggiera sul territorio.
I quattro centri urbani principali sono tuttavia Darfo,
Boario Terme, Corna di Darfo e Montecchio, compatti
fra loro a formare una sorta di quadrilatero al cui
interno è situata quella che è conosciuta
come località Isola, il cui nome deriva dalla
vicinanza della zona con l'ansa del fiume.
Oltre ad un indiscutibile valore naturalistico e paesaggistico,
i centri storici di queste frazioni conservano ancora
oggi un patrimonio artistico di indubbio valore inestimabile.
Vanno citate in primis le celeberrime Incisioni Rupestri
(per la maggior parte circoscritte in località
Crape-Luine-Simoni, nonostante le prime manifestazioni
di cui conserviamo traccia siano rappresentate dai
bovidi pervenuti a Mezzarro),le preziose opere di
arte sacra, ma anche le numerose case signorili e
le residenze private con loggioni rinascimentali,
i molti monumenti funebri trecenteschi, i castelli
e le opere architettoniche di rilievo.
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